|
La Scuola Facilitatori nasce in Toscana nel 2007, con l’obiettivo di promuovere la “facilitazione esperta” e la figura innovativa del “facilitatore” nei contesti sociali, nei casi di rotture e divisioni nei gruppi di lavoro, negli enti di sviluppo e apprendimento. La mission della Scuola è sviluppare pratiche collaborative dentro le organizzazioni, diffondere per adulti e cittadini le competenze sociali, costruire unioni per l’ottimizzazione del capitale sociale, economico e ambientale, portare nelle scuole i metodi didattici attivi. La Scuola Facilitatori è diretta dal dr. Pino De Sario, psicologo dei gruppi, specialista in facilitazione e autore.
|
NEWS n°39
|
25 marzo 2022
|
|
Summer 2022: Comunità di facilitatori
Partiamo con una prima edizione digitale, con l’intenzione di ripeterne molte altre, in presenza. Mettete la data in agenda, basterà mandare una mail di prenotazione per partecipare. Una comunità la creiamo con ingredienti diversi, con affettuosità e vicinanza, interessi diversi, parole diverse, connessione, ricerca umile. Allenando metodi nuovi, orizzontali, di cura, di contenimento, di attivazioni di potenzialità, spesso che dormono. Al centro della Comunità di facilitatori in questa prima edizione ci sono: la relazione, il gruppo, le arti. Un appuntamento tra facilitatori e simpatizzanti, in cui poter sperimentare insieme pratiche di polifonia, approfondimenti e strumenti, attivazione con la musica, poesia, canto, comicità, per una “comunità che balla”. Francesca, Luigi, Pino sono il gruppo curatore. Nella NL di aprile troverete il form per le prenotazioni. Summer, prima edizione, Venerdì 17 giugno, ore 17-20, su canale zoom (partecipazione gratuita)
|
|
|
Metodi, 1° liv., due edizioni alle porte
1° liv. – Metodi per facilitare, Online, 25a ediz., apr/lug 2022, (aperte iscrizioni) 1° liv. – Metodi per facilitare, Torino, 26a ediz., mag/set 2022, (aperte iscrizioni) Le basi fondamentali per la facilitazione e il facilitatore. L’apertura di un mondo, una nuova finestra sulle relazioni e sui gruppi, la gestione della negatività. Saper comunicare e aiutare. Avvio del lavoro su di sé. Inizio dello studio su come unire e connettere le persone, studio essenziale, per la professione e per la vita. https://www.scuolafacilitatori.it
|
|
|
Strumenti, 2° liv., una nuova edizione
2° liv. – Strumenti per facilitare, Bologna, 7a ediz., set/dic 2022, (aperte iscrizioni) Una volta acquisite le basi, si passa al loro rafforzamento, al loro collegamento, maturazione: il trampolino giusto per poterle applicare. Comprendere più compiutamente le influenze di cervello, persona e organizzazioni. Sviluppare il training personale, la crescita di sé, la biologia personale. Portare gli strumenti per facilitare in contesti difficili e complessi. Scarica il Programma
|
|
|
Fare il facilitatore, 3° liv., in partenza
3° liv. – Fare il facilitatore, Bologna, 3a ediz., set/dic 2022, (aperte iscrizioni) La definizione delle capacità facilitatrici esperte serve per ultimare l’apprendimento di un’arte, una capacità, una scienza di unire persone e gruppi. Facilitazione è sinonimo di democrazia, lavoro, salute. Obiettivi: ▪ Rinforzo e fluidità di applicazione dei metodi; ▪ Esercizio di facilitazione verso contesti complessi; ▪ Consolidamento di modi cooperativi e sistemici; ▪ Self: “curo il mio negativo” e “la mia biologia”; ▪ Ricerca di un proprio stile personale di facilitazione. Scarica il Programma
|
|
|
Una Scuola dove si sta bene…
di Ilaria Occhini …mi sono sentita così nel corso Metodi di 1° liv., che mi ha fornito molti strumenti per migliorare il mio lavoro di dirigente e portare anche nella pubblica amministrazione un modo diverso di stare nei gruppi di lavoro. Applicare i metodi della facilitazione nei team che coordino – attraverso la cura sia dell’azione che della relazione, come ad esempio la riunione produttiva e di ascolto, la gestione della negatività, l’ascolto attivo, i vari tipi di feedback, il pendolo sé-altro – mi ha consentito di ricostruire un clima positivo in situazioni che risultavano prima molto critiche. Nelle mie riunioni ora introduco le tecniche per attivare le persone col “corpo piccolo”, la parola circolare, agendo su corpo ed emozioni, con indubbi miglioramenti. Questa esperienza mi ha offerto poi tante occasioni di riflessione a livello personale, anche attraverso il confronto con gli altri partecipanti, un altro grande valore del corso, tante nuove belle persone.
|
|
|
Ho iniziato a ballare!
di Andrea Zanella Avete presente in discoteca quello che sta sempre seduto sui divanetti? Ero io! Per disagio, vergogna, paura del giudizio altrui. Trovavo rifugio nel guscio protettivo e diventavo un blocco di ghiaccio, su cui i giudizi altrui scivolavano via senza scalfirmi: rigidità glaciale, marmorea, di mente e corpo. Ovviamente non solo in discoteca. Iniziando il Master-Face col 1° liv. ho trovato un ambiente caloroso, accogliente, non giudicante e mi sono sciolto come un blocco di ghiaccio al sole. E ho iniziato a ballare! Non è un semplice corso, è soprattutto un percorso, dove Pino ti prende magistralmente per mano e ti accompagna, ed è anche un moltiplicatore (col prefisso “per”) grazie alla condivisione di tutti i partecipanti sincera, gratuita, naturale. Si impara da tutti e ognuno diviene insegnante presso gli altri. Non ho imparato a ballare durante gli incontri, ma ho capito che posso farlo quando voglio, dove voglio, come voglio. E grazie anche ai momenti di mobilizzazione con la musica (ho fatto l’edizione online), libera e condivisa, ho acquisito una consapevolezza, intima, che nell’orripilante bruco c’è la magnifica farfalla, nel brutto anatroccolo il maestoso cigno, nel piccolo seme il grande albero. In me e negli altri. Il per-corso Master-Face è un terreno fertile dove, grazie agli idonei strumenti forniti, siamo aiutati a scavare la buca per poter piantare il nostro albero.
|
|
|
Riflessioni sul Master-Face
di Nicoletta Puglioli Nel 2019 sono diventata allieva della Scuola. In quell’edizione di 1° liv. eravamo tutte donne, e venivamo da settori completamente diversi, ma tutte con la voglia di ascoltare, esprimere le nostre emozioni, fare gruppo. Fui colpita moltissimo dai metodi didattici, Pino alternava teoria, ascolto, esercizi di gruppo, cambio di sedie, scem-terapy, umorismo, attivazione corporea, lui compreso, al ritmo di musiche estratte da un repertorio molto vario e azzeccato. Sulle prime ci sentivamo strane, un po’ imbarazzate, poi questo sistema ci divertiva, ci caricava di energia positiva e al tempo stesso ci si smollava. A differenza di tutti i vari corsi a cui avevo partecipato, e nonostante ci fosse la stanchezza lavorativa del fine settimana, andavo a casa contenta e per niente annoiata. Non mi sembrava vero, staccare un po’ la spina e dedicare tempo a me stessa. In quel luogo non apprendevo solo nuove tecniche per la facilitazione dei gruppi (comunicazione, conflitti, negoziazione), ma venivano fuori le emozioni provate da tutti noi soggetti umani. Tutti abbiamo fragilità e imperfezioni, solo il confronto, la condivisione, l’ascolto non giudicante possono migliorarci. Ho quindi proseguito col 2° e 3° liv. e ritengo di aver fatto la scelta giusta, ho fatto un investimento sulla mia persona e lo considero un valore aggiunto molto importante. C’è bisogno di competenza non solo per aggiornarsi nelle materie professionali, ma anche per curare i vissuti profondi, le modalità mentali implicite, le negatività, che fanno parte della nostra vita, e dalle quali possiamo trarre spunti di vivo cambiamento. Io ero una dirigente e ho appreso che nei team di lavoro possiamo coinvolgere e ascoltare, fare riunioni di ascolto, essere direttivi, ma anche impostare buone relazioni, confidarci, rigenerarci e sentirci vivi nel gruppo. Diventare facilitatori è utile anche in famiglia, con gli amici, nel condominio. Nel mio piccolo, apprendere queste nuove tecniche mi ha aperto ad una nuova visione e comprensione dei comportamenti umani e inoltre a coltivare soglie di nuova armonia.
|
|
|
|
|